Eccomi qua!
Finite le vacanze, mancato il tempo per scrivere, anche se la voglia c'è...
Ho sentito ultimamente che gli scandinavi hanno preso in giro gli italiani chiamandoli "mammoni". Ahahahaha io darei assolutamente ragione! Guardando come fin dai primi mesi della vita dei bimbi funziona la vita all'italiano, sono sicura che le mamme italiane potrebbero creare una guida "come far crescere i mammoni"...
Ho osservato ed ho notato che gran parte delle mamme italiane, ma anche quelle straniere ben inserite nel paesaggio tengono i loro figli nella gabbia d'oro. Vengono sempre ben assistiti e ben assecondati fin da piccoli.
Esce fuori nel giardino - la mamma lo tiene sotto occhio, gli da la sciarpa, porta da bere, allaccia le scarpe, invece di lasciarlo giocare con i coetanei gioca con lui.
Invece di far autonomo il figlio giorno dopo giorno la mamma diventa la serva, prepara da mangiare, fa i letti, prepara i vestiti per il giorno successivo, stira, lava, sistema la stanza...
Ai figli adulti prepara il pranzo, fa la spesa, sbriga le commissioni...
Cosi le mamme non permettono a far diventare adulti i loro figli ma rendono la loro vita "artificiale". Quando un giorno mancano le mamme i figli non saranno pronti ad arrangiarsi con tutte le faccende della loro vita. Vivendo con la mamma fino ai 40 anni come possono sapere che la luce, gas, acqua ed altre utenze vengono pagate periodicamente. Che i soldi guadagnati in un mese non si possa spendere a fare lo shopping?
Io personalmente spero, che i miei figli saranno super autonomi, non mi chiameranno per chiedere come si prepara la pasta, non mi fanno fare a loro la spesa, non mi chiedono di prenotargli le visite dal dentista, medico o parrucchiera, non vengono spesso a mangiare a casa mia a pausa pranzo o con la famiglia ogni weekend perché le loro mogli saranno incapaci in cucina.
mamma che vive in paese lontano dal proprio posto in cui è nata, mamma che fa crescere i propri bimbi creando a loro l'ambiente speciale senza poter contare su nessuno, mamma che insegna i piccoli due lingue contemporaneamente, mamma che vuole talmente bene ai suoi figli che sostiene la loro crescita senza fargli fare mai quello che vorrebbe fare lei da piccola, la mamma che osserva i bimbi e impara come stargli vicino senza appesantirli dalla sua presenza...
Mamma Straniera
venerdì 2 novembre 2012
martedì 17 luglio 2012
Bilinguismo
Cosa esattamente sia il bilinguismo? Non ho voglia di incollare una frase di Google o Wikipedia, ma cerco di spiegare come la penso io...
Per me il bilinguismo è lo stato in cui un bambino cresce imparando e usando due lingue contemporaneamente. Lo stato che gli permette di imparare delle canzoncine e filastrocche e guardare i cartoni in tutte e due le lingue senza fargli la differenza perché capisce tutto ugualmente
Due genitori della stessa lingua
...ovviamente che vivono in un paese diverso dalla propria patria dove si usa la lingua diversa dalla lingua madre. Dicono che sia possibile far vivere il bimbo bilingue, e ve lo giuro, io faccio crescere il mio figlio in una famiglia così. Solito funziona così: il padre lavora dalla mattina alla sera e solo la mamma ha un po di tempo per dedicarlo al figlio. Qua capita, che ci sono le mamme che non parlano nemmeno la lingua del posto, ma solo la lingua madre! Cavolo! Incredibile! Come quelle mamme si immaginano di parlare con gli insegnati, andare dal medico, ma fare anche una spesa!?? Ecco... quando i figli crescono vengono sfruttati e le fanno dagli interpreti! Ma pensate! Arriva in un paese straniero, rimane in cinta, fa crescere il figlio e non impara la lingua! Poi succede che rimane in quel paese per il resto della sua vita senza imparare la lingua... Forza mamme! siate brave e prima di spostarvi dal vostro paese di origine cominciate a studiare la lingua che vi servirà chissà per quanto tempo ancora!
Ma capita anche che entrambi genitori stranieri (della stessa lingua) non parlano la lingua madre con i figli, non la insegnano e a casa loro unica lingua usata è quella del posto... Immaginate due italiani vanno a vivere in Cina e parlano a loro figli in cinese... ridicolo? ma succede...
Genitori, uno straniero ed uno del posto
Genitori, uno straniero ed uno del posto
...solito la mamma è quella straniera e il papà quello che ci vive. Sembrerebbe la situazione migliore per far crescere il bambino bilingue e invece... Non riesco a capire ma capita che il papà non permette alla mamma di insegnare la sua lingua i propri figli. Ha paura di non capire di cosa parleranno nel futuro? Mamma mia! Non mi immagino una situazione in cui qualcuno mi avrebbe vietato di parlare ai miei figli come voglio io... Ma ci sono anche le mamme che dicono così:" sai, ma come posso parlare la mia lingua al mio figlio, se mio marito non la capisce?" E magari insegnare prima il coniuge la tua lingua per rendere le più facili le visite nel tuo paese dove spesso passate le vacanze? E i nonni? Come faranno i tuoi figli a comunicare con loro? Costringi le persone anziane a imparare la lingua dei figli? O farai da interprete..?
Entrambi genitori stranieri in un posto diverso dalle loro patrie
...un bel misto. Tutto vada bene finché arriva un bebè. Tutti e due spesso parlano al bambino in lingua del posto, che questa è anche la lingua che si usa a casa... e così perdono un unica occasione di far crescere un bambino di trilingue! So che spesso è molto difficile parlare diversa lingua al marito o moglie, diversa al bambino... Ma con la regola OPOL è tutto possibile! La regola dice: una lingua=una persona, e vuol dire, che ogni genitore parla con il bimbo la propria lingua. Lo specialista però dice di essere attenti ad intromettere la terza lingua, comunque tutto è possibile e conosco anche i casi reali delle famiglie semplici come la mia.
Anni fa ho letto la storia dell'attrice francese Sophie Marceau e il suo compagno polacco il regista Andrzej Zulawski. Hanno un figlio che fin da piccolo aveva la possibilità di parlare con la mamma il francese, con il papà il polacco e con delle baby sitter - l'inglese. Non so come sia finita la storia, so solo che la Sophie ha imparato il polacco ma non lo voleva usare in pubblico e che le loro strade dopo tanti anni si sono separate. Non so dove vive il loro figlio e che lingua usa quotidianamente, ma avendo ricevuto un dono così dai genitori, il posto e la lingua non gli fa nessuna differenza...
Come vedete ci sono le soluzioni per ogni situazione, è sempre tutto possibile bisogna solo impegnarsi all'inizio, una volta passato l'amore per la nostra lingua ai nostri bambini, viene amata anche da loro...
lunedì 16 luglio 2012
A che paese appartiene mio figlio
Bella domanda pure quella...
Tutto sempre dipende dalle leggi e diritti dei paesi originali dei genitori. Comunque sia, ricordatevi, che il Vostro bimbo ha il diritto di avere il passaporto del Vostro paese. Quello non è un piacere che potete fare ai vostri figli ma il dovere vostro a darglieli.
Pensate che un giorno volete tornare a casa ma il vostro figlio non ha il passaporto del vostro paese, cominciano i problemi, con la registrazione presso ufficio sanitario, al comune ed altri vari istituzioni. E, ovviamente, tutti gli impiegati che troverete, avranno da dirvi: ma non potevate pensarci prima???
Il passaporto e la situazione che riguarda la cittadinanza meglio metterla a posto prima che manchiamo ai nostri figli... Nei vari paesi i figli dei cittadini emigrati hanno dei diritti di ottenere degli stipendi per studiare nella patria dei genitori, perché non sfruttare queste possibilità..?
Mamma Straniera e Bimbo???
Ecco carissime Mamme Straniere...
Prima di pensare che il vostro bimbo abbia subito la cittadinanza del posto in cui è nato informatevi bene! Ad esempio in Italia e tanti altri paesi solo i bambini di al meno un genitore della cittadinanza del posto possano ottenere subito la cittadinanza.
Se nel vostro caso, entrambi siete gli stranieri, il vostro bambino non ha il diritto di ottenere la cittadinanza da subito anche se sia nato dove vivete. Ma il vostro bimbo ha il diritto di chiedere la cittadinanza quando dopo aver compiuto 18 anni. Ovviamente in ogni paese i diritti possono essere diversi, quindi informatevi prima (per favore!!!) di andare in giro per gli uffici per chiedere i diritti che non ne avete!
Prima di pensare che il vostro bimbo abbia subito la cittadinanza del posto in cui è nato informatevi bene! Ad esempio in Italia e tanti altri paesi solo i bambini di al meno un genitore della cittadinanza del posto possano ottenere subito la cittadinanza.
Se nel vostro caso, entrambi siete gli stranieri, il vostro bambino non ha il diritto di ottenere la cittadinanza da subito anche se sia nato dove vivete. Ma il vostro bimbo ha il diritto di chiedere la cittadinanza quando dopo aver compiuto 18 anni. Ovviamente in ogni paese i diritti possono essere diversi, quindi informatevi prima (per favore!!!) di andare in giro per gli uffici per chiedere i diritti che non ne avete!
"Italianizza" il tuo figlio!
Mi è successo un paio di anni fa. Il mio dolcetto frequentava il nido comunale. Il nido, che tutto sommato, mi è piaciuto come veniva gestito, come si occupavano dei bimbi, cosa e come insegnavano i nostri piccolini.
Comunque ritornando al discorso, ho visto un paio di volte quella maestra come trattava il mio bambino. Le mamme potevano spiare i loro figli dal finestrino sulla porta. Ho notato che quando arrivano le mamme, le maestre al solito chiamano il nome dei bambini chiedendo di guardare chi è venuto e sta a guardargli. O, in contrario, ancora penso interessante per i bambini, chiamavano l'attenzione dei bambini chiedendo di guardare chi è venuto a prendere quale bimbo. Tutte le maestre facevano la stessa cosa tra ne famosa, chiamiamola "maestrina", che lo faceva con gli altri ma mai con il mio bebè.
La "dolce maestrina" si avvicinava al bimbo di 18 mesi e tirandolo dal braccio o maglietta lo trascinava verso la porta d'uscita!!! Ma chi cavolo le ha detto che possa lavorare in un nido????????
Un giorno "la maestrina" pensando di aver preso già la confidenza, si avvicina a me e mi fa: "tu (non mi mica ricordo di essere mai stata con quella nelle condizioni per permetterle di darmi del tu...!!!) devi parlare con tuo bambino l'italiano a casa, perché non capisce nulla e mentre gli diciamo qualche cosa, non reagisce... per dirti... se io dico tutti seduti, lui si alza, se dico in contrario, fa contrario! assolutamente devi smettere di usare la tua lingua a casa!!!"
Ma per favore...!
"Senta - ho risposto, io del tu non le do, ma forse lei non si accorge.- Io non so quanto tempo vivrò ancora qua, ma sono sicura che l'unica ricchezza che posso donare ai miei figli E' la mia lingua. Allora nella casa mia si parla come voglio io!"
Ma vi rendete conto? Una ragazzina di 23 o 25 anni, che non ha mai imparato nessuna lingua straniera nella sua vita, anzi non ha imparato granché, visto che nelle strutture come il nido possono lavorare le ragazze con appena esame di maturità, e senza i figli, a me (!) la mamma di un bimbo, la mamma pedagogista e con la pluriennale esperienza nelle varie attività con dei bambini, dice cosa sia meglio per il mio bimbo!!!
Non mi piace stringere i denti ma l'ho fatto. Ho preso il bimbo e l'ho portato a casa. Tutta incazzata ovviamente...
Poco tempo dopo ho incontrato un'altra delle maestre del piccolo ed ho chiesto la conferma di tutto ciò mi ha detto "la mestrina". Questa era una persona adorabile, la adoravano tutti i bambini, aveva quel qc che avvicina i bambini e le mamme si sentono sicure lasciando i propri bimbi al nido. Lei mi ha detto, che il mio bimbo, visto che cresce bilingue, ha bisogno di più tempo per iniziare a parlare, e magari potrei aiutarlo a casa. /Vedete la differenza da come si passa le informazioni???/
Ho fatto la ricerca sul internet sul bilinguismo e mi sono preparata. Le cose principali che ho letto:
- la mamma deve parlare al bambino nella lingua madre perché lo suono delle parole e le vibrazioni del suo corpo tranquilizzano il bimbo
mentre
- uso della lingua diversa, anche se parlata benissimo, cambia la voce della mamma, le vibrazioni e il suono, il bambino spesso percepisce il nervosismo o agitazione.
Non mi ricordo dove ho trovato le informazioni, mi ricordo solo che scriverle era uno scienziato giapponese. Tra il materiale che ho trovato, ho letto anche, che parlando la lingua nostra passiamo il messaggio ai nostri figli, che ci piace. Così la lingua comincia a piacere anche a loro.
Cosa ho fatto?
Ho cominciato dare il messaggio al mio figliolo. Mentre giocavamo per terra, facendo il gioco mamma-casetta, gli parlavo in due lingue. Tipo: passami per favore la forchetta, ecco il tuo cucchiaio, fammi vedere se hai l'acqua nel bicchiere ecc...
Al piccolo è piaciuto molto il gioco, così abbiamo cominciato usare le due lingue anche durante la giornata facendo le passeggiate, giocando al parco con gli altri bambini. Prestissimo il piccolo ha cominciato a parlare le prime parole, in tutte e due le lingue. Grazie ai giochi in due lingue il suo bilinguismo si è sviluppato contemporaneamente in due lingue. Dopo circa 3 mesi ho riparlato con la maestra, quella simpatica, chiedendo come va adesso, se vede la differenza. Mi ha risposto, che dopo quel mese circa di ferie invernali, che l'asilo è rimasto chiuso, si notava già tanta differenza e miglioramento! Capisce praticamente tutto, comincia a parlare e segnalare i suoi bisogni come gli altri bambini italiani. :) E' stato veramente un piacere a sentirlo!
Noi le mamme straniere dobbiamo ricordarci la nostra lingua, cultura e tradizioni, abbiamo il dovere farle conoscere ai nostri figli, ma... ma ricordiamoci, che vivendo in un'altro paese, abbiamo anche il dovere di saper parlare la lingua del posto, di aiutare ai nostri figli conoscere la lingua e cultura. Solo grazie a noi - mamme - i nostri figli cresceranno bilingue.
sabato 14 luglio 2012
Odio la parola straniera
...odio la parola straniera, ma ancora di più non sopporto quella "extracomunitaria"... ma sono straniera, vivo qui dove sono arrivata più di 10 anni fa con la testa piena di speranze, ho imparato la lingua, ho conosciuto la gente, buona e cattiva, italiana e straniera e adesso... adesso sono stanca di socializzarmi con chi mi capita, vorrei essere io a decidere con chi voglio e con chi non ho piacere di passare il mio tempo prezioso...
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